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Amianto: la morte corre sui binari.

Cenni storici

Già negli anni ’40 l’amianto è impiegato per la coibentazione di alcune parti delle locomotive a vapore (tubazioni della caldaia e guarnizioni di tenuta). Nelle carrozze l’amianto è localizzato nei mezzi di accoppiamento vapore (condotte di trasferimento del vapore dalla caldaia o carro riscaldatore alla carrozza), nelle tubazioni di trasporto del vapore ubicate nel sottocassa e, all’interno della carrozza, nelle aree di emissione del calore (scaldiglie) ubicate sotto i sedili dei passeggeri e nel retro schienale di alcuni tipi di carrozze. Si tratta di amianto sempre presente in forma di manufatti: nastro, corda e cartoni in amianto crisolito.

Sulle locomotive elettriche l’amianto è presente nei caminetti dei contatori, nei reostati, come rivestimento dei cavi sottoposti a stress termici e nelle scaldiglie della cabina di guida. L'esposizione ad amianto interessa quindi, dal 1940 circa, i luoghi di costruzione di locomotive e di carrozze e, solo successivamente gli impianti ferroviari per la necessità di operazioni di riparazione e manutenzione che si imponevano a partire dagli anni ’50 per interventi di piccola e media manutenzione, e dagli anni ’60 per la grande manutenzione.

In linea di massima gli impianti interessati alla piccola e media manutenzione sono le squadre rialzo (S.R.) per le carrozze, e i depositi locomotive (D.L.) per i mezzi di trazione, mentre gli impianti in cui si effettuava specificatamente la grande manutenzione sono le Officine Grandi Riparazioni (O.G.R.).

Le mansioni con rischio di esposizione diretta ad amianto sono in questo periodo prevalentemente quelle di calderaio per le operazioni sui mezzi di trazione, di tappezzerie per gli interventi all'interno delle carrozze, di elettricista per gli interventi sulle apparecchiature e circuiti elettrici, e in misura minore per lamieristi, pannellisti e meccanici in occasione d’interventi su parti del rotabile che contengono manufatti in amianto.

Greenpeace ha diffuso un rapporto dal titolo "La morte viaggia sui binari", dove per la prima volta si è fatto il punto sul Piano di bonifica dall'amianto delle carrozze ferroviarie predisposto dalle Ferrovie dello Stato. Ripercorrendo le varie fasi del Piano dal 1983 a oggi, Greenpeace ha denunciato una situazione estremamente allarmante dal punto di vista sanitario per quanto riguarda le carrozze da bonificare e riguardo gli episodi o i tentativi di "esportazione" di carrozze all'estero (come in Albania e Ucraina).

L'amianto: un pericoloso cancerogeno

Com'è noto, l'amianto (o asbesto) è un materiale causa o concausa di asbestosi, cancro ai polmoni e mesoteliomi, per le caratteristiche immunodepressive legate alla struttura fisica delle sue fibre. Queste sono come una sorta di sottilissimi spilli che, una volta respirati, si fissano negli alveoli polmonari.

Non esiste una "soglia" di sicurezza al di sotto della quale il rischio di cancro sia nullo: ogni esposizione all'amianto produce un rischio di cancro. "L'esposizione a qualunque tipo di fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria va pertanto evitata" (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1986).

Nel nostro paese, che è stato un grande importatore di amianto, l'uso di questo materiale è bandito totalmente solo dal 27 marzo 1993 con l'entrata in vigore della Legge 257/92. Oltre alla coibentazione delle carrozze ferroviarie, un altro uso rilevante e di grande impatto sanitario dell'amianto è nella produzione di cemento-amianto per la costruzione o la coibentazione di edifici che per le tettoie in "Eternit".

Le carrozze amiantate FS

Il numero di carrozze amiantate sono, secondo documenti interni delle FS, 11.204. L'amianto è stato impiegato per la coibentazione delle carrozze fino a tutti gli anni `70; ogni carrozza contiene da 200 a 800 kg di amianto per cui, nel complesso, si stima una quantità totale media di circa 4000 tonnellate. Già nel maggio del 1994 il magistrato Angelo Risi sequestra un'ottantina di carrozze amiantate che stavano per essere esportate verso Chop (Ucraina) e Ruce (Bulgaria), in violazione della legge.

Nel luglio 1994 Greenpeace denuncia altri movimenti sospetti di carrozze amiantate nelle zone di confine e l'abbandono di numerose vetture in varie stazioni italiane. A Torino e Firenze, a seguito di una interrogazione parlamentare firmata dall'On. Calzolaio su segnalazione di Greenpeace, i magistrati sequestrano decine di carrozze. Successivamente Greenpeace, con una videocassetta girata a Durazzo in Albania, dimostra come vi siano 63 carrozze FS amiantate circolanti in quel paese; la videocassetta viene acquisita dalla magistratura.

Carrozze amiantate: i conti non tornano

Nella seconda indagine presentata da Greenpeace lo scorso febbraio, si dimostra come i numeri delle carrozze non tornino. In primo luogo, secondo le FS, le carrozze amiantate sono solo 8500, in chiara contraddizione con i suoi stessi elenchi che Greenpeace ha usato per la sua valutazione. Inoltre, le FS sostengono di averne bonificate, tra il 1990 e il 1994 ben 5500, per cui ne rimangono 2500-3000 depositate in giro per l'Italia. Tramite il bollettino dell'associazione sono stati attivati i sostenitori e i volontari che hanno fatto pervenire una settantina di segnalazioni per un totale di circa 1000 carrozze in una trentina di siti, in poche settimane di lavoro.

Due prime osservazioni: 1) mancano all'appello da almeno 600 a circa 3000 carrozze; 2) non è chiaro come le FS abbiano accelerato i tempi di bonifica negli ultimi anni. Una terza osservazione è invece scandalosa: sia a Napoli che a Firenze i volontari dell'associazione hanno identificato alcune carrozze amiantate viaggianti. Queste informazioni sono state consegnate alla magistratura inquirente di Firenze che segue il caso a livello nazionale.

  • L'amianto: la morte corre sui binari: - Testo a cura di Greenpeace
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